Massimo Vicinelli, Offensive Coordinator degli ALLBLUE bolognesi imbottiti di giovani dalle belle speranze.
La prima uscita ufficiale a Napoli si è chiusa con una sconfitta di un soffio, 13-12 per i partenopei. «E' vero, peccato, ma ho visto anche delle belle cose. Per esempio mi è piaciuto molto Slu, Simone Sluzarz, il giovane qb di origine polacca alla sua prima esperienza vera nel football a 11. Abbiamo fatto fatica soprattutto nella prima metà, ci vuole più tempo per passare da un gruppo di buone individualità ad un buon team di football americano».
Domenica pomeriggio i Warriors saranno ospiti di un altro team alla prima uscita stagionale, quindi senza molti punti di riferimento per il gioco offensivo. «Sappiamo qualche cosa di loro, conosciamo i loro coach - continua Vicinelli - Dovremmo aver la capacità di adattarci ai cambiamenti che si presenteranno sul campo. In generale comunque il gioco lo conduce l'attacco e saranno di più le difese avversarie ad adattarsi al nostro attacco. Il nostro gioco è giovane come lo spirito e l'esperienza, ma questo non significa che siamo in difficoltà, e il nostro qb è ancora acerbo, ma presenta delle potenzialità straordinarie che, credetemi, non riscontro in molti altri atleti italiani. Ha solo bisogno di tempo, poi sono sicuro che esploderà; ha gambe e braccia da qb affermato in un telaio atletico importante». Proprio circa questo aspetto il lavoro del nuovo programma WTA fondato da Giorgio Longhi and company sta già dando i primi frutti; il qb deve lavorare quasi più tempo senza palla che con la palla in mano, deve studiare e conoscere il gioco del football a menadito, deve saper anticipare i movimenti delle difese solo notando particolari ben definiti, chiavi di lettura che non tutti conoscono ma che spesso sono chiari segnali delle intenzioni dei giocatori.
Chiediamo a Vicinelli una sua idea sulla struttura del campionato, anche se siamo solo all'inizio. «Penso che ci siano 3 team che facciano storia a sé. Tutti gli altri se la possono giocare con tutti. Personalmente mi concentro solo sul prossimo incontro come obiettivo, di tutto il resto non mi curo molto. Una partita alla volta o, ancor meglio, un passo alla volta, perché la partita è fatta da tanti piccoli passi insieme. Vecchie regole ma sempre valide. In fondo la palla è ovale e non va sempre dove la vuoi mandare tu».
Ufficio Comunicazione Warriors