L'assurda vicenda di un coach di football porta alla mente altre tattiche bizzarre per caricare squadre o giocatori
Professori cui sono equiparati, anche se con forme e livelli diversi, allenatori e assistenti delle squadre di football, basket e baseball. L'altra settimana un membro dello staff del football, il 36enne Kevin Pope, è stato cacciato per avere cercato di esortare un giocatore-studente ad applicarsi di più sui libri con un metodo non innovativo e certo non troppo ortodosso: puntandogli contro una pistola ad aria compressa, di quelle che sparano pallini innocui ma paiono armi a tutti gli effetti.
Arrestato, Pope è stato allontanato dalla scuola con questa macchia sul curriculum, ma il curioso episodio non può che portare con la memoria ad altri tentativi farseschi di far coraggio ad una squadra. Gli esempi sarebbero tantissimi, ma uno in particolare può far crollare dal ridere. Si verificò nel mondo del football liceale del Texas, un mondo dove l'attenzione è strenua: si noterà nella foto la quantità di pubblico al Cowboys Stadium per la finale di categoria AAAA del 2010 tra la Lake Travis e la Ryan. Ebbene, nel 1975 il coach della Abilene High School, Bill Shipman, chiese a un tizio che vestito da pellerossa faceva la mascotte di un college di arrivare improvvisamente all'allenamento, piantare la lancia nel palo della porta e scomparire, sempre a cavallo, come se fosse lo spirito "indiano" Aquilla che Shipman aveva spesso evocato con i suoi.
Era la settimana del "derby" con la Cooper High School e il coach voleva caricare i giocatori. Solo che la mascotte non arrivò mai, sebbene Shipman avesse protratto l'allenamento fino quasi al tramonto. Tornato a casa deluso, accese il televisore e vide sul notiziario locale un'intervista al coach della Cooper, insomma il coach rivale: che al cronista disse «lei non ha idea di quel che è successo oggi al nostro allenamento. È entrato in campo un indiano a cavallo e…». Sì, si è già capito: la mascotte aveva eseguito il suo compito, ma aveva sbagliato campo!